domenica 15 aprile 2012

Pax Christi? Per una teologia della pace antisemita

 

analisi di Giovanni Quer



L'IDEOLOGIA

Dallo statuto di Pax Christi.
Art. 4: il movimento "si propone come oggetto principale la tutela dei diritti civili tramite l’esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale, umana, civile, culturale per la pace nel mondo". Il movimento è radicato nell'ideologia teologica catto-comunista che si riferisce alla dottrina sociale della Chiesa, con l'enciclica Pacem in Terris (1963) che esplica il legame tra pace giustizia e diritti umani, così come con l'enciclica Populorum Progressio (1967) che affronta il tema dello sviluppo dei popoli. Ancora, lo statuto espone i principi del movimento quali "l'esame approfondito dell'ideale cristiano di pace nel contesto delle situazioni concrete del mondo della Chiesa", "metodo della nonviolenza", "dialogo franco e costruttivo", "educazione e formazione" ecc.



LE ATTIVITÀ E LA PROPAGANDA

Dalla sezione attività.
1 marzo giornata di sensibilizzazione e preghiera per il muro di apartheid che soffoca Betlemme ("la Palestina ha bisogno di giustizia per intravvedere la pace"). Il 26 novembre, in occasione della Giornata Mondiale per la Palestina, si è organizzato l'evento "assetati di giustizia", dedicato alla popolazione di Gaza e in memoria di Vittorio Arrigoni.
Dalla sezione video.
Soldati sparano a manifestanti a Nabi Salih, proteste contro gli F-35, no TAV, interviste a Vittorio Arrigoni.

Dalla sezione news.
BOICOTTARE EL-AL. Pax Christi invita Unitalsi, che si occupa di pellegrinaggi, ad annullare gli accordi con El Al e ad interrompere le negoziazioni di un possibile accordo con il KKL, in solidarietà al popolo palestinese, in particolare ai cristiani, e come chiaro segnale contro l'occupazione militare di Palestina. Kairos Palestina, di cui sono firmatari laici e religiosi cristiani, è la base documentale dell'azione, che richiama la "resistenza" come strategia anti-occupazione (art. 4) e che giustifica il "terrorismo" come conseguenza dell'ingiustizia umana e del male dell'occupazione (art. 4.3).


Dalla sezione "parole in primo piano", Palestina,
Articolo firmato da (fd), pubblicato il 4 gennaio 2012: L'ACCUSA A ISRAELE: SFRUTTAMENTO DELLA SHOAH - NESSUN LEGAME EBRAICO CON LA PALESTINA
L'articolo si apre con un'accusa: nessuno parla del primo olocausto, quello armeno. Il secondo paragrafo cita l'archeologo Israel Finkelstein che sostiene la tesi secondo cui l'industria della Shoah è stata iniziata per zittire chi denuncia i crimini israeliani. Altresì si sostiene che gli ebrei di oggi non abbiano legami genetici coi palestinesi di Palestina. Sotto una struggente immagine di una profuga, si difendono Saddam Hussein e Gheddafi.
Articolo firmato da Nicola Zonin, pubblicato il 17 gennaio 2012: LA DENUNCIA DELL'IMPOVERIMENTO DELLA VALLE DEL GIORDANO
Dopo una ricostruzione sommaria e parziale dei fatti circa la Valle del Giordano, si riporta agli occhi del lettore che i prodotti acquistati dai consumatori europei provengono per la maggior parte dalla Valle del Giordano, il cui vero costo è "l'occupazione stessa" e "un conflitto invisibile che si combatte sull’accesso alle risorse idriche".


PER UNA CRISTOLOGIA DELLA COSPIRAZIONE IMPERIALISTA E ANTI-ISRAELIANA
Il tenore degli articoli sul Medio Oriente si concentra su velate accusa all'Occidente di esagerare informazioni per architettare possibili attacchi militari. Così per esempio si sostiene che l'intervento in Libia sia stato orchestrato per alimentare "logiche di guerra", mentre le notizie sugli scontri non erano verificabili. Lo stesso atteggiamento sulla Siria.

Israele è dipinta come uno stato criminale che tiene sotto scacco una popolazione cui non rimane che resistere in nome dell'amore cristiano verso il nemico, una retorica religiosa in voga tra i demonizzatori di Israele che svela il fondo antisemita. Infatti, considerare Israele come l'aggressore della vittima palestinese secondo gli schemi cristiano-evangelici equivale a destinare a Israele il ruolo degli ebrei che aggrediscono Gesù, rappresentato dai palestinesi.
Inoltre, il richiamo costante al boicottaggio dei prodotti come forma di resistenza nonviolenta convince al di là di ogni ragionevole dubbio la posizione profondamente anti-israeliana.
Nessuna dichiarazione è di per sé antisemita, se non il richiamo a documenti quali Kairos, che giustifica il terrorismo con l'occupazione (che anche secondo la definizione europea è antisemitismo), e il tenore generale degli articoli.

Pax Christi organizza viaggi in Palestina per i "pellegrini di giustizia", pubblicizza materiale informativo e educativo come i libri di Nandino Capovilla, i video di Abuna Manuel.
Stare dalla parte dei cristiani palestinesi significa anche riconoscere le sofferenze dei cristiani in un contesto di islamizzazione e violenza religiosa. Essere nonviolenti significa rifiutare ogni forma di violenza compreso il lancio delle pietre e la provocazione corpo a corpo. Stare dalla parte della giustizia e dei diritti umani significa combattere la corruzione, i regimi dittatoriali, i massacri dei civili.
Pax? Christi? Forse guerra... a Israele!

http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=43399


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